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domenica 27 giugno 2010

«Il tempo delle vacanze per crescere in umanità»

Il messaggio del cardinale Tettamanzi:
educare a vivere questo periodo

Messaggio dell’Arcivescovo per le vacanze 2010

Educare alla vacanza

Cari amici,
all’inizio dell’estate desidero condividere con voi qualche riflessione su questo tempo importante e singolare dell’anno: una riflessione che vuole farsi augurio cordiale perché il momento di vacanza diventi sempre più opportunità preziosa di crescita nella nostra “umanità”.
Vorrei rivolgermi in particolare a voi docenti di discipline legate al mondo del turismo, riprendendo i lavori del vostro convegno e la preoccupazione educativa che li anima, in perfetta sintonia con quanto Benedetto XVI ha scritto nella sua enciclica sociale Caritas in veritate in riferimento al turismo internazionale: «Con il termine “educazione” – leggiamo al numero 61 - non ci si riferisce solo all'istruzione o alla formazione al lavoro, entrambe cause importanti di sviluppo, ma alla formazione completa della persona».
In realtà l’istanza educativa è una questione cruciale per il presente e il futuro. E’ una sfida che tutti ci interpella. Anche la Chiesa italiana testimonia la sua singolare sensibilità al riguardo proponendo a tutte le diocesi per il prossimo decennio un percorso pastorale tutto centrato sull’educazione. Del resto si è fatta sempre più viva la consapevolezza che la credibilità e l’efficacia dell’impegno educativo sono legate ad una vera e propria “alleanza” tra tutti coloro – persone e istituzioni – ai quali sta a cuore la crescita umana integrale delle nuove generazioni. La famiglia, la scuola, la società civile, la comunità ecclesiale sono quindi chiamate, ancora una volta e in modo più convinto ed energico, ad una feconda collaborazione nel trasmettere i valori che fanno l’uomo più uomo.
In questa prospettiva, educare alla vacanza significa intraprendere un lavoro intelligente e paziente che sappia precedere e affiancare ogni esperienza di viaggio e che trovi poi in questa stessa esperienza un coerente esercizio di autentica educazione.

Per città e villaggi, insegnando

Ritengo di fondamentale importanza l’affermazione del Concilio Vaticano II: “Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo” (Gaudium et spes, n. 41). In questa linea mi sembra veramente luminoso ed eloquente il versetto dell’evangelista Luca che avete scelto come titolo del vostro convegno: “Attraversava città e villaggi, insegnando”.
Vorrei suggerire qualche rapido spunto educativo per il campo turistico enucleandolo, senza forzature, dal versetto evangelico nella sua formulazione integrale: «Egli attraversava città e villaggi, insegnando e avvicinandosi a Gerusalemme» (Luca 13,22).
Rilevo anzitutto come Gesù attraversi i luoghi. Questo verbo evoca la leggerezza del cammino. Lui e i suoi discepoli non portano né due tuniche né bastone né borsa. La loro è una scelta di sobrietà: e questo dice rispetto per il territorio incontrato e per le persone che lo abitano. Sollecita l’incontro e la valorizzazione delle ricchezze locali. Manifesta un’asimmetria del bisogno: è lui, il pellegrino, a chiedere ospitalità. La pesantezza della dote che, in un certo senso, fa sentire a casa anche quando non lo si è, scompare per lasciare posto così all’incontro.
E poi ci sono le tappe compiute nelle città e nei villaggi, espressione popolare per indicare ogni luogo. Ovunque, infatti, è possibile arricchirsi di un incontro ed offrire una parola od un gesto di solidarietà e di attenzione, condividendo momenti di vita, sogni per il futuro, dolori del presente. Nessuna terra è al riparo dalla preoccupazione e dalla stima di Dio e dei suoi testimoni.
Gesù, inoltre, cammina insegnando. E’ la sua identità quella di essere maestro e non la sospende neppure per via. Insegna alternando momenti comunitari con altri più individuali. In qualche caso predilige persino la solitudine, che propone ugualmente come esemplare. Usa tutti i registri della comunicazione. Incontra gli altri senza che venga meno ciò che egli è, donando anzi ciò che gli è di proprio e di specifico.
Tutto questo, infine, viene fatto avvicinandosi a Gerusalemme: non dimenticando mai il luogo verso cui è orientato. E’ la meta, infatti, a motivare un viaggio. A tracciarne le caratteristiche. A dare coraggio nei momenti di difficoltà. Ad inserire ogni tassello della realtà quotidiana all’interno di un disegno compiuto.

sabato 12 giugno 2010

Orario estivo S.Messa Vespertina

ATTENZIONE.......... Da Lunedì 14 Giugno
la S.Messa Vespertina sarà celebrata alle ore 19,00

Inoltre le S.Messe domenicali (esclusa quella delle ore 8,00)
verranno celebrate nel giardino esterno del Convento.

da padre Luciano

giovedì 3 giugno 2010

TRIDUO DI PREPARAZIONE AL CORPUS DOMINI

Ricordiamo ed informiamo che da Giovedì 3 giugno fino a sabato 5 Giugno tutti i giorni dopo la Messa Vespertina delle ore 18,00, si terrà l'adorazione del Santissimo con la recita della preghiera comunitaria.

CORPUS DOMINE

DOMENICA 6 GIUGNO CELEBRAZIONE DEL CORPUS DOMINE-

La festa del Corpus Domine ha questa origine:

Nel 1263 un sacerdote boemo, di nome Pietro da Praga, passando per Bolsena si fermò a celebrare la Messa sull’altare di Santa Cristina.

Il sacerdote era afflitto da dubbi teologici:

la trasformazione, durante il rito dell’Eucarestia, dell’ostia e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo.

Durante la consacrazione dell’ostia il sacerdote e tutte le persone presenti rimasero sbalordite davanti al prodigio che stava avvenendo: dall’ostia sgorgava sangue.

L’avvenimento fu prontamente comunicato al Papa, che all’ora risiedeva ad Orvieto.

Questi ordinò che i paramenti indossati dal sacerdote, i quali erano stati bagnati dal sangue dell’ostia fossero trasferiti ad Orvieto.

Durante il trasporto delle “reliquie” gli abitanti dei paesi in cui passava la “processione”pensarono di rendere omaggio al Corpus Domini gettando petali di fiori sulle strade.

Nel 1264 Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini.


Le prime testimonianze della festa ci giungono attraverso un affresco di Raffaello nelle Stanze Vaticane a Roma.

L’affresco intitolato “La Messa di Bolsena” ritrae il sacerdote Boemo mentre celebra la messa.