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giovedì 27 maggio 2010

UN ABBRACCIO CI LIBERA DALL'OSCURITA'

Guardando il passato ci rendiamo conto sempre di più che solo uno
come Lui poteva renderci così mansueti e innocui. Iniziamo a capire

veramente chi eravamo e chi siamo oggi.

Se guardiamo il passato, ci facciamo paura pensando a tutto il male

che abbiamo commesso.

Oggi è bello vivere nella luce, senza che nessuno pronunci il nostro

nome solo per dire il nostro male, ma quanto bello è sentire quel

bisbiglio del cambiamento fatto grazie al Signore attraverso degli
amici veri. Non avremmo mai scommesso nulla su di noi, era
impossibile che noi potessimo essere così oggi.

Quando Margherita Coletta ci è venuta a trovare in carcere prima

di Natale, ci ha detto: «Esiste una cosa che Gesù ci ha lasciato,

un sacramento, che per me è importantissimo, ed è quello della

confessione.

In quel momento, nell'istante stesso che uno si avvicina a questo

sacramento è libero, ma libero veramente, ci dovete credere.

Qualsiasi peccato che o gnuno di noi abbia potuto commettere da

quell'istante non c'è più, è cancellato, non esiste più.

Non bisogna nemmeno ripensarci, perché sarebbe del diavolo: in

quell'istante tutto è cancellato.

Dio è buono, è un padre misericordioso che accoglie tutti».
È proprio vero.

Oggi vediamo il nostro cuore pieno di Gesù e lo preghiamo

costantemente che non ci faccia ricadere nell’oscurità dove per

un lungo periodo abbiamo vissuto.

Non è semplice trovare le parole giuste perché la commozione è

tanta, solo oggi capiamo e cerchiamo di dare un senso a quei gesti

terribili.

Quante volte abbiamo chiesto al Signore di prendersi la nostra vita

e di ridarla a chi l’abbiamo tolta.

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